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LINCOLN, ABRAHAM
(Hodgenville 1809 - Washington 1865). Politico
statunitense, presidente (1861-1865). Avvocato dell'Illinois, whig,
fu sconfitto nel 1831 nelle elezioni per l'assemblea legislativa dello stato.
Ripresentatosi, fu eletto dal 1834 al 1842, ottenendo notevole stima e fama
di buon giurista. Deputato al Congresso (1846-1849) perse molti appoggi
quando prese posizione contro la guerra col Messico. Aderì nel 1856
al nuovo Partito repubblicano, che intendeva tollerare la schiavitù
là dove essa già esisteva e impedirne un'ulteriore estensione,
poiché fondamentalmente ingiusta, senza condividere l'abolizionismo
degli avversari più risoluti della schiavitù. Candidato repubblicano
alla presidenza venne eletto contro ogni previsione e quando, il 4 marzo
1861, assunse l'incarico, già sette stati del sud si erano staccati
dall'Unione formando una confederazione autonoma. Con una politica prudente,
tentò allora di evitare la secessione di altri stati e contemporaneamente
di controllare le forze radicali del nord, ma non poté impedire la
guerra civile (1861-1864). Riuscì tuttavia a mantenere sotto controllo
sia l'esecutivo che il potere militare e a creare un forte movimento di
opinione a favore dell'emancipazione dei negri e quindi a sostegno della
guerra. Col discorso di Gettysburg (19 novembre 1863) diede agli Stati Uniti
i fondamenti della ripresa ideale per il dopoguerra. Rieletto presidente
nel 1864 sull'onda delle vittorie militari, venne ucciso da un fanatico
sudista, John Wilkes Booth.
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